FAME il romanzo di una fanzine (Agenzia X – 2017) di Angela Valcavi


Mi sono approcciato a questo libro, come a tutte le uscite targate “Agenzia X”, con curiosità morbosa perché il taglio “dal basso” nel far rivivere le esperienze contro-culturali tipico della casa editrice Milanese ha sempre suscitato in me ammirazione e voglia di fagocitare urgentemente le pagine proposte.
A differenza di altri testi che ho avuto modo di leggere in questo “FAME” c’era però una componente importante, l’autrice.
Conoscevo infatti Angela Valcavi per i suoi trascorsi a bordo della nave pirata denominata THX 1138, una sorta di etichetta multimediale che tra la fine degli anni ’80 ed inizio ’90 si è resa protagonista di uscite memorabili come quelle legate alla pubblicazione della rivista “AMEN” ed al box “La Nave dei folli”.
Ecco allora spiegato, forse, il motivo del mio essere spaesato di fronte all’inizio di questo romanzo, tra l’autobiografico e una narrazione in stile working-class, dove non ho trovato le atmosfere punk-gothic che credevo di incontrare e che con una leggerezza molto gradevole mi ha fatto vivere i sogni, la musica, gli amori e la noia tipica degli adolescenti di provincia dei primi anni ottanta.
Un romanzo post-adolescenziale quindi dove la narrazione verte sulla quotidianità di ragazzi normalissimi, vicini al movimento contro-culturale che girava attorno alla musica punk e new wave, che lottavano contro l’alienazione di una normalità che non capivano e che erano perennemente in cerca della loro dimensione, dei loro spazi, della loro indipendenza, della loro libertà, della loro vita.
Intendiamoci, la lettura è avvincente e le storie che si susseguono sono gustose e piene di elementi di novità, piccoli ma continui… non ci si annoia insomma. Quello che mi mancava però, pagina dopo pagina, era proprio il fondamento stesso del testo. Anche “Fame”, la fanzine e la nascita della stessa attorno al quale si distende la storia, sembra solo un elemento di contorno, un’esperienza tra le altre, un argomento atto a rendere la trama razionale, più che un elemento portante del libro.
Arrivato a metà testo circa però le cose sono cambiate velocemente. C’è infatti uno spartiacque abbastanza marcato nel lavoro di Angela ed è la narrazione del viaggio Berlinese che tutta l’allegra compagnia legata alla redazione di “Fame” intraprese tra l’uscita del primo e del secondo ed ultimo numero della zine. Berlino come rito iniziatico.
Da quel momento in poi il testo cambia registro, diventa quasi aspro nella sua narrazione e le emozioni si susseguono molto meno sfumate che in precedenza dando luogo, quasi drammaticamente, alla fine dell’adolescenza che sarà poi tragicamente testimoniata nel finale tristissimo e pieno di rabbia.
Un libro a due marce e due velocità, per quanto mi riguarda, ma veramente ben scritto e con una propria anima che ci mette un po’ ad uscire fuori ma poi diventa protagonista dell’immaginario descritto in punta di penna.
|mig| 

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