I REFUSE IT e la nascita del Gran Ducato Hard Core
|Cikuta magazine|
Gli anni 80 sono stati quelli dello splendore del movimento
hc italiano. Il punk dello stivale, sgraziato, veloce, incazzato e
terribilmente robusto faceva scuola in tutto il mondo.
In questo contesto, in Toscana, girava e proliferava una
sigla: GDHC.
Sotto questo totem prendevano forma, collaboravano e si
diffondevano fanzines (la stessa “GDHC”, “Nuove dal Fronte” e altre realtà),
spazi e luoghi (il Victor Charlie su tutti), etichette (la Wide e la Belfagor ) e soprattutto
un pugno ben assortito di band che spaccavano di brutto.
Giravano i CCM, i Putrid Fever, gli Juggernaut, Wardogs, SDP,
Traumatic e, non ultimi, i più bizzarri di tutti… gli I REFUSE IT.
Gli I.R.I. erano sicuramente la banda più eclettica di tutto
il lotto GDHC.
I nostri cantavano in Italiano, inglese e russo; suonavano
punk più come attitudine che come sostanza visto che la proposta musicale era
tendenzialmente bastarda e contaminata.
I testi poi, erano solitamente dissacranti, ironici, quasi
dada in alcuni brani e, spesso, puntavano il dito criticamente proprio sulla
scena punk-hc e sulle regole del ”politicamente corretto” che si aggiravano
furtive anche in ambito antagonista.
L’esempio più preciso ma anche più bello è quella “Noi
odiamo” dove gli I.R.I. si scagliavano contro quella “scena” di cui facevano
parte integrante e, in rispetto alle regole della stessa, della quale subivano
pressioni inconsce paradossali.
“Cronache del Videotopo” esce nel 2005 su CD a marchio Wide
records (ma guarda un po’!) .
C’è tutta la produzione a marchio I REFUSE IT della prima (quella
definitiva dal 1983 circa) e seconda formazione (dal 1986 con l’ingresso di “vipera”
dei CCM) e nonostante si siano sempre definiti un gruppo hardcore si riesce a
seguire tutta l’evoluzione del gruppo e dei suoi componenti fino alla
scioglimento datato 1987.
Presenti i brani del loro LP split con i CCM (quel “Permanent
Scar” uscito prima su cassetta e poi su vinile), di “M” e “Mind the Gap” e di
materiale fuori per varie raccolte, finendo anche con un inedito “Tele Urna 9000”
A livello personale tre sono i brani che sono una spanna
sugli altri:
“Agguato”, “Frecce avvelenate sul comitato disastri” e l’incredibile
inno generazionale di “Che cosa posso fare di erotico (per non diventare
nevrotico)”.
Stefano Bettini (poi conosciuto come “Il Generale”) &
Co. erano un ibrido, dove Black Flag, CCM, Gaz Nevada, Fritz Lang e la famiglia
Addams centrifugati sono stati serviti a varie temperature per il piacere di
chi si è trovato innanzi.
Procuratevi questo pezzo di storia!
|Mig|