AMIANTO Una storia operaia di Alberto Prunetti (Agenzia X-2012)



Alberto è uno scrittore working class, non per vocazione ma per convinzione.
Alberto rappresenta quella categoria di persone che, nel bene e nel male, non passa inosservata, lascia traccia.
Ho avuto la fortuna di conoscere Alberto in tempi non sospetti ed ho sempre ammirato la sua incredibile spontaneità che riesce a caricarti, ad inondarti di energia solo scambiandosi un sorriso. Il “Prunetti” ha scritto Amianto, una storia operaia, un piccolo grande capolavoro ormai da diversi anni e sono stati anni che lo hanno visto girovagare per l’Italia, saltellare tra una recensione e l’altra, pubblicare un altro paio di libri etc etc…
Bene, la scorsa Estate ci siamo incontrati e con una birra a farci compagnia, tra una bestemmia e qualche vecchia canzone a fare da contorno abbiamo passato mezz’ora a parlare dell’incredibile forza comunicativa di Trainspotting, passando per le risse nei pub working class londinesi e concludendo con il ricordare le gesta eroiche dell’hockey Follonichese.
Perchè Alberto ti coinvolge, ti appassiona, fa passare bene il tempo.
Amianto è un po’ come Alberto. Si lascia leggere con gusto, con il suo linguaggio da birreria della porta accanto, con la sua durezza nei momenti emotivamente coinvolgenti, con le sue storie di paese, di provincia sempre densa di eroi e di aneddoti da raccontare.
Amianto racconta la storia di Renato, padre e operaio, e la sua tragica fine, ingiusta.
Ma si raccontano anche gli anni ottanta, la Maremma operaia, una quotidianità lontana.
Mi piacerebbe che tanti leggessero questo libro per la sua forza di una semplicità dirompente, di una spontaneità scandalosa, per il suo essere un romanzo “working class” senza tempo.
Mi piacerebbe che tanti conoscessero questo libro perché, come il suo autore, sono fortune per tanti ma non per tutti.

|Mig|

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