BLOODY RIOT (Radio Onda Rossa Libri – 2001)



Uscito in occasione della reunion momentanea della band questo testo, dal sottotitolo celato di “Ardecore de Roma”, usciva con allegato un CD comprendente tutto il materiale edito e non edito del combo punk capitolino e si poneva come sequel di “Come se nulla fosse”, il testo autobiografico scritto dal cantante Roberto Perciballi, qualche tempo prima (Castelvecchi).
Devo confessare che ho acquistato questo lavoro per il CD, che proponeva, oltre la discografia ufficiale, dei brani inediti della prima ora ed alcuni pezzi live di sicuro interesse, almeno per chi scrive. Ho sempre amato infatti questa band, rozza e casinara, vero punto d’incontro tra lo street punk inglese e l’hardcore anni ‘80 tipicamente made in italy.
La componente musicale non ha tradito le attese e mi ha lasciato completamente soddisfatto ma la sorpresa è arrivata iniziando a leggere le pagine di questo libro, vero diario da battaglia di una punk band italiana del secolo scorso.
Come molti altri testi di questo “genere” sono gli aneddoti raccontati che rendono impareggiabile e spassosa la lettura ma tra le pagine di “Bloody Riot, ardecore de Roma” emerge tutta la cultura working class della periferia romana anni ottanta e la narrazione diventa documento storico, fotografando un’epoca densa di contraddizioni politiche e sociali raccontate con uno spirito “borgataro” altamente scintillante ed entusiasmante.
Il libro è un insieme di interventi del “solito” Roberto, di Lorenzo e Alex (chitarrista e bassista della band) e di compagni d’avventura dell’epoca come Valerio Marchi e Rossella Fumasoni e molti altri. Ogni intervento sviscera le emozioni che il ricordo, ancora vivo, dell’epopea Bloody riot, scatena in chi racconta e ci presenta una Roma, un movimento, un’Italia che sembra distante anni luce dal grigio piattismo assoluto che oggi ci circonda. Vengono narrati aneddoti, scazzi, fughe, risse, concerti ma soprattutto tutto l’insieme di elementi emozionali e di sogni mai sopiti che alimentavano energeticamente il quotidiano di quella generazione di nichilisti, teppisti e sognatori di strada.
Questo libro è l’ennesimo, ed importante, capitolo ben riuscito di una immaginaria bibliografia in divenire del punk italiano della fine del ‘900, un’epoca, ancora non del tutto sviscerata, che rappresentò e rappresenta ancora oggi, la voglia di spaccare il mondo per poi ricostruirlo un po’ più a misura d’uomo, un po’ più alla portata di ognuno di noi.
Mig

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