Dick Hebdige : SOTTOCULTURA (book- Costa & Nolan)




Sottocultura: “Il significato dello stile” esce alla fine degli anni 70 in un’istrionica e caotica Inghilterra scossa dall'irruenza del punk.
Il testo è un saggio, un iconico studio antropologico, sul significato di sottocultura e del volto nuovo che questo termine ha assunto dal punk in avanti.
L’importanza del testo risiede nel fatto che è, a differenza di molti saggi sociologici sulle sottoculture giovanili, un testo scritto e pensato “sul campo” ed in contemporanea al fenomeno analizzato.
Sgombrando il campo alle incomprensioni, considero “Sottocultura” un testo fondamentale ed imprescindibile per chi è affascinato dal sottosuolo, dall’underground, da quella cultura “altra” che difficilmente si trova tra le pagine forgiate in carta patinata.
Il taglio del libro di Hebdige è sicuramente caratteristico per quel suo modo di considerare i fenomeni sottoculturali, punk in primis, non più come fenomeni di devianza più o meno marcata ma come espressione di un universo (giovanile?!?) alla continua ricerca di una propria identità e di un proprio ruolo nella società di fine millennio.
L’excursus storico delle sottoculture giovanili, rude boys, mods, rockers, skinheads, punks … come testimonianza di un modo di vivere il proprio presente e non come “gioco pericoloso” dei giovani della working-class inglese in attesa del proprio radioso futuro all’interno di una delle buie e polverose fabbriche di Liverpool o Manchester.
Lo scoprire e l’apprezzare lo slang, lo stile, la musica e le idee di mondo e di socialità che ogni sottocultura testimoniava sono lo sforzo ed anche la forza del testo di Hebdige, vero e proprio “trattato” di antropologia controculturale del mondo moderno.
Ma è la vera e propria riscrittura del significato di “working-class” che conferisce a “Sottocultura” anche un significato accademico. La vecchia classe lavoratrice, il proletariato “classico” fatto di sbronze, risse nei pub, razzismo e lavoro a basso prezzo ed ancor più basso livello sociale, lascia il posto ad una nuova working-class multirazziale, multietnica e musicalmente bastarda dove il bianco ed il nero diventano fonte di crescita culturale testimoniata dai vari “stili” figli di questo incrocio ed esageratamente ostentati alla faccia dei bombetta e giaccaecravatta che si aggiravano furtivi tra le strade di Londra.
E’ sicuramente l’avvento del punk che stravolge, almeno per Hebdige, i ruoli e gli stereotipi dell’universo giovanile dell’epoca.
A differenza delle varie sottoculture che lo hanno preceduto, il punk destabilizza, azzera, crea un nuovo modo di porsi verso il mondo assolutamente senza cedere. La condanna senza compromessi di una società sbagliata e messa in ridicolo a livello iconografico ed a livello sociale non ha paragoni con il passato recente e conferisce una forza assolutamente difficile da contrastare dove anche le peggiori storture (droghe in primis) non sono altro che testimonianze di un mondo alla deriva, in totale assenza di idee e propositi, avviato ad auto-compiacersi prima ed ad un auto-distruggersi poi… un azione perfettamente in linea con l’unico motto della sottocultura punk degne di essere tramandato ai posteri: NO FUTURE!

|Mig|

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