“antistorie di una band non classificata” a
cura di CANI BASTARDI
“Noi siamo un gruppo musicale autonomamente definitosi, nella
misura in cui reputiamo la cultura antagonista nei contenuti e, soprattutto,
nelle forme uno specifico motore rivoluzionario del movimento. Pensare,
discutere, suonare, scrivere, sperimentare cose che hanno sempre fatto parte
del nostro modo di essere come collettivo di persone, in questi anni fuori da
ogni business e logica di mercato.”
Questo non è un libro sui Franti ma un libro dei Franti,
intesi come componenti del collettivo musicale che, dal 1983 al 1987, lasciò la
sua testimonianza attiva nel percorso di liberazione collettiva ruotante
attorno all’universo punx antagonista.
Aneddoti, luoghi, concerti, spazi liberati, persone e
personaggi ritratti, in completa autonomia, attraverso narrazioni singole ed
emozionali curate individualmente da ogni membro del combo Torinese.
Parole divise in 15 capitoli, come le 15 Pietre del giardino
del tempio di Ryoan-ji, come il titolo del più “fortunato” lavoro della banda
targata Franti.
Ogni pietra, ogni capitolo, è curato individualmente dai vari
Stefano Giaccone, Lalli, Miro Sassolini, Roberto Bianchini etc etc… tutto
l’Universo Franti in bella mostra, tutta la Torino “altra” chiamata a raccolta.
Il testo non è organico, ma, al contrario, traccia un
percorso spigoloso e contorto dove il denominatore comune è il sogno, mischiato
all’esperienza ed all’affresco vivo dei terribili ottanta.
“Perché era lì” è uno di quei libri che puoi leggere
iniziando dal fondo, o sfogliandolo dal centro, senza perdere di intensità e di
senso.
L’inizio, comunque, è folgorante. Si narra le gesta di quel
Mallory che, nel 1924, intraprese il suo personale sogno, il suo percorso
liberatorio: la scalata dell’Everest.
Il nostro eroe si gettò verso l’ignoto e … morì nel suo
percorso. Il suo corpo fu ritrovato alla fine del secolo ma le sue gesta, del
primo Franti osannato in questo libro, arrivano a noi piene di energia positiva
e di speranza per i nostri cuori.
Il futuro visto come percorso, come raggiungimento del
proprio obiettivo che, in tutto e per tutto, è soltanto il vivere appieno il
proprio sogno.
Da qui si parte e qui si arriva e ripercorrendo ciò che è stato
Franti per ognuna delle sue parti, qui si proclama l’unico percorso di
liberazione possibile che è, ora e subito, quello individuale, della
moltitudine di individui che scelsero, scelgono e sceglieranno di cercare la
felicità al posto del quieto vivere.
Ogni rappresentazione espressa in “Perché era lì” che si
narri le gesta di un personaggio guida, che si racconti delle esperienze di
autogestione, che ci si confronti nei ricordi collettivi degli anni ottanta,
che si parli di questo o di quel concerto, è sempre un tentativo di tirare
fuori il Franti che è insito in ognuno di noi.
Per dirla con le parole di Lalli:
“non importa se Mallory abbia raggiunto la vetta dell'Everest
o no. È importante che un uomo una mattina qualsiasi sia uscito di casa per
provarci”.
Allegato a questo splendido affresco emozionale che parte
dagli anni ottanta per arrivare a noi c’è un DVD dove la musica diventa
protagonista (mentre nel testo scritto, punk compreso, fa solo una delle mille
parti in cui Franti si manifesta). Si testimonia l’avventura dei Franti con
esibizioni “storiche” sia della formazione principale che di tutta una serie di
bande nate in seno ed in parallelo come gli Environs, Orsi Lucille, Howth
Castle, etc etc
Se il nostro percorso di rivisitazione ragionata della
biblioteca antagonista relativa al punx e dintorni deve avere un punto di
partenza, direi che l’abbiamo trovato…
|Mig|
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