PUNK ANARCHIA RUMORE di Carmine Mangone
“Il denaro è diventato il ritmo del rock – sulla lunghezza d’onda del capitale, siamo tutti adolescenti senili”
Ho letto questo libro in due giorni. Non un libro sul punk. Un libro punk che tratta di anarchia e rumore, che sviscera, incuriosisce, stimola e appassiona. Qui si narra l’attitudine. La storia è raccontata sciolta, libera ma lucidissima. Il percorso è riflessivo, almeno per me. Si parla di Crass, Fugazi, Bakunin e Stirner. Si parla di Mozart, Negazione, G.G. Allin e Joy Division. Questo libro è “pogo, anarchia e corpi senza più stronzate sull’amore” (Carmine Mangone definendo il punk).
“Il denaro è diventato il ritmo del rock – sulla lunghezza d’onda del capitale, siamo tutti adolescenti senili”
Ho letto questo libro in due giorni. Non un libro sul punk. Un libro punk che tratta di anarchia e rumore, che sviscera, incuriosisce, stimola e appassiona. Qui si narra l’attitudine. La storia è raccontata sciolta, libera ma lucidissima. Il percorso è riflessivo, almeno per me. Si parla di Crass, Fugazi, Bakunin e Stirner. Si parla di Mozart, Negazione, G.G. Allin e Joy Division. Questo libro è “pogo, anarchia e corpi senza più stronzate sull’amore” (Carmine Mangone definendo il punk).
Il testo è un insieme di ritagli e frattaglie immaginifiche,
un agglomerato emozionale sempre in bilico tra stili e narrazioni diverse.
Il trait d’union è comunque il rumore, inteso come fonte
comunicativa, come inno alla rivolta, come strale inarrestabile sulla via della
de-costruzione.
Rumore come arma quindi, che trova nel punk, in tutte le sue
forme, la sua naturale dote comunicativa sfociando in stile e trasformandosi in
eterno percorso, in mezzo al servizio di un percorso rivoluzionario.
Cosa aspettarsi quindi dal testo del Mangone?
Non un percorso storico e nemmeno antologico sicuramente ma
un burrascoso evolversi di curiosità ed interesse verso quello che il punk ha
rappresentato e rappresenta : un tentativo di riscrivere i bisogni della
quotidianità che ci circonda inondandola di rumore, amore e anarchia.
Il punk è morto? W il punk.
Un’intervento
a margine del primo post di cikuta su “Punk Anarchia Rumore” da parte dell’autore:
Carmine Mangone Un ringraziamento e una precisazione: il punk è contro le stronzate
dell'amore, ma non è un modo per fottere la gente e sputare su tutto il buono
che questa cazzo di umanità può ancora creare. Il punk sputa sull'alienazione,
il perbenismo, e mette l'odio - apparentemente - sul gradino più alto. In
realtà, esso odia perché l'amore è diventato impossibile; esso sputa perché le
carezze e i baci sono ormai appannaggio di tutti i Giuda del mondo. Il punk è
morto? E 'sti gran cazzi!... L'onda lunga dell'insurrezione cominciata dopo la Rivoluzione borghese
del 1789 non è morta e non morirà, almeno fintantoché ci saranno degli umani
che non si faranno ridurre a macchine, a numeri, a tendenze modaiole.
[Mig]
[Mig]
Non è detto ch il punk sia morto, intanto ha preso altre forme musicalmente parlando, che sono meno irruente e non hanno più gli schemi del rock...diciamo che è profondamente dormiente.
RispondiEliminaL'attitudine punk potrebbe anche ritornare con i suoi sputi, gli urli e tutto l'armamentario, agganciata e marginale a qualche altra cosa magari di più massiccio. Dice CArmine "finchè ci saranno degli umani che....ecc" e questi ci sono dico io , li conosco a frotte. Manca la strada, le notti insieme...e tutto quel che abbiamo conosciuto noi, ma la voglia di troncare con il perbenismo c'è anche da parte di chi ha la forza dalla sua ( io ho superato i 50 ) e sanno che questo -per noi nuovo- perbenismo è il pensiero unico del pol-cor, del lgbt, dell'accoglienza sempre e dei loro genitori pidioti. C'è la fatica a sistemare i pensieri e a dirigerli contro...è stata interotta la continuità sociale tra le generazioni. A me capita di travasar sapere... e io travaso !
Un saluto
Andrea Gigliucci