A fine secolo esce questo disco dalla copertina, secondo me,
eccezionale di una band Umbra che porta una denominazione inconfondibile e
azzeccatissima: Il Pianto di Rachel Cattiva.
Siamo nel 1998 ed in Italia si ascoltano Marlene Kuntz e C.S.I. in ambito “indie” ed i nostri
vengono subito etichettati come epigoni delle due band citate.
Peccato che “non testato su animali” (uscito su Sottosopra
produzioni) è un gran disco e che ben poco ha a che vedere con il trend in voga
nel fine millennio.
Spaziando tra sonorità dedite a Dinosaur Jr, Tortoise, RATM
e Refused i nostri partoriscono un album di post-punk pieno di rumore, ritmi
ora tribali e ora sincopati, completamente schizzoide e fuori dal coro.
L’unica band italiana alla quale possono essere accostati,
per attitudine, sono gli One dimensional man ma tutto il disco suona ancora
oggi fresco e diretto con “Delle mie crisi” che avrebbe avuto le potenzialità
per diventare un vero e proprio anthem generazionale.
Inarrestabili nei brani cantati in italiano i “Il Pianto di
Rachel Cattiva” daranno alla luce un mini cd un paio di anni dopo per poi
sparire nell’anonimato con molto dispiacere di questo vostro recensore.
Uno dei dischi da ricordare, secondo me, di anni, quelli di
fine 90, che hanno avuto poco da raccontare ma che, forse, hanno qualcosa da
riscoprire.
Giù il capello per i Rachel Cattiva
|Joe|
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