|Cikuta magazine|
Questo disco ha avuto una grande pecca, quella di uscire nel
1994 in piena era “sonica” in Italia e di essere stato freddolosamente
catalogato ed instradato come appartenente a quel fortunato e breve filone che
vedeva CSI, Marlene Kuntz e Verdena come guide assolute del carrozzone.
I Waka Waka in realtà c’entravano ben poco con quella
storia, il loro era un post-punk evoluto di una emozionalità unica e di una
potenza e perizia tecnica da far invidia ai “grupponi” d’oltremanica che
scorrazzavano nel continente.
Se proprio dobbiamo avere dei riferimenti possiamo trovarli
nei Fugazi e Neurosis da una parte e nei Franti e Nerorgasmo dall’altra.
“Stupido Teatro” è un grandissimo album, uno di quelli “che
contano” negli anni ’90 in Italia. Lo spartiacque di questo lavoro lo fa la
voce, particolare, aggressiva, tetra e sgraziata, è la voce infatti che,
digerita o meno, rende il giudizio sul disco dal mediocre al favoloso ed io
opto per quest’ultimo termine.
I testi, particolari, densi di voglia di rivolta, sono parte
importante del lavoro ed all’interno del libretto sono anche impreziositi da
una ragionata traduzione in inglese.
La registrazione (i nostri si spinsero fino in Germania per farla) è ottima con una qualità di
equalizzazione anche troppo pulita forse, che toglie un po’ di grezza irruenza
al prodotto finale.
L’etichetta, la Mister X, è, per chi scrive, la più
importante del post “gold era” del punx italiano e sarà sicuramente presto
oggetto di attenzione da parte di Cikuta.
I pezzi sono tutti con uno spessore proprio ma “Non è storia”
e “28/04/90” sono ambedue affascinanti oltre che per la loro struttura intenta
a trovare una strada obliqua all’universo punk, anche per la loro carica
antagonista, anarchica e fuori dagli schemi.
Nella nostra personale discoteca antagonista “Stupido Teatro”
ha un posto in prima fila, ben lucidato e pronto ad essere ascoltato,
rivalutato ed apprezzato nei decenni a venire.
|Mig|
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