BAKUNIN il demone della rivolta (Alessio Lega)

di Alessio Lega ( Elèuthera - 2015)




C' è un filo che avvolge l'autore di questo libro, Alessio Lega, e il protagonista, Michail Bakunin, ed è l'idea anarchica, quella visione tanto semplice quanto affascinante tesa alla ricerca di un domani più giusto dove non esistano più sfruttati e sfruttatori.
Questo connubio, ad un secolo e mezzo di distanza, si vede crescere tra le pagine del libro dove l'approccio dell'autore è più quello di un narratore che ricorda le gesta di un vecchio amico che quello del biografo e la storia un insieme di vecchie memorie  ed aneddoti vissute quasi in una sorta di apnea temporale ed intellettuale con,sullo sfondo, senza pesantezza, la bellezza affascinante del pensiero dell anarchico e rivoluzionario russo.
La scrittura di Alessio, cantautore ed intellettuale nella visione più completa per quel che mi riguarda, è diretta, piena di cenni storici e testimonianze ed è strutturata ripercorrendo la vita di Bakunin e della cerchia dei suoi compagni di avventura senza tacere nulla e mettendo in piazza gli incredibili pregi e gli immancabili difetti del nostro.
Esce fuori, tra cospirazioni, fughe, cibo, fumo e rivoluzioni un personaggio incredibile e di uno spessore e carisma difficilmente riscontrabili in altre figure del suo tempo.
Il Bakunin narrato da Alessio Lega ( che tra l'altro ha dedicato al rivoluzionario russo una canzone toccante e bellissima) è di una veridicità assoluta, senza traccia di retorica ed è proprio questo aspetto, questa assenza di mitizzazione, lo rende un eroe assoluto che cerchi tra una barricata e l'altra ramingo per il mondo, sempre intento a formare una nuova organizzazione clandestina o ad ordire una nuova cospirazione.
Un leone con le dimensioni di un ippopotamo, decanta estasiato l'autore descrivendo Bakunin ed emerge l'aspetto empatico, amicale, la confidenza tra compagni d'altri tempi.
E poi, ancora una volta, le narrazioni che ti prendono, ti avvolgono, come qui, per esempio:
" il 12 Agosto Bakunin, completamente rasato, vestito da prete e con degli occhiali da sole con le lenti verdi, tenta di salire su una minuscola carrozza trainata da un ciuco, ma la sua mole si incastra nell'entrata dell'abitacolo: così conciato e sospeso è colto da un attacco di riso isterico, e l'ultima cosa che lascia all'Italia è quella risata che si allontana sobbalzando sull'acciottolato."
Questo libro l'ho letto velocemente e spesso ci torno sopra, è una bella emozione, un bellissimo viaggio, una passione trasmessa pagina per pagina.
|Mig|


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